The Spanish Donkey, Raoul, RareNoiseRecords 2015

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Altro album di casa RareNoiseRecords, Raoul del trio The Spanish Donkey: il nome del gruppo viene da uno strumento di tortura diffuso nelle colonie americane, qui abbiamo 70 minuti di improvvisazione free form articolata in tre tracce in cui ciascuno dei membri fornisce la spina dorsale ( la chitarra di Joe Morris per Raoul, le tastiere di Jamie Saft in Behavioral Sink, infine Dragon Fly Jones riporta in prima linea la chitarra di Morris, mentre il drumming di Mike Pride equilibra il contrappunto tastiere-chitarra. Un album che nelle intenzioni di Morris vuole unire Lou Reed con il free jazz; al di la delle cateorie, il disco é godibilissimo e suonato con energia e sensibilità.

Massimiliano Venturini.

JÜ and Kjetil Møster, JÜ meets Møster, RareNoiseRecords 2015

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Prendete un trio ungherese basso-chitarra-batteria con una spiccata attitudine al jazz-rock meno ortodosso e fatelo incontrare con un sassofonista e clarinettista ( Kjetil Moster) norvegese dall’attitudine free. Il risultato lo porta a casa per l’ennesima volta la label RareNoiseRecords che dell’approccio avant e visual ha fatto il suo manifesto.

Uscito nel novembre 2014, il progetto JU meets Moster si articola in sei tracce di matrice prog a partire dalla lunghezza, in cui convivono metal prog e bebop ( l’iniziale Dear Johann) , omaggi ad eroi in incognito ( Morze, dedicata al sassofonista ungherese Agoston Béla) , esplosioni noise ( Hassassin e KJU) per poi chiudere con la suggestiva e lunga One. Album coinvolgente e interessante per più di un tipo di appassionato, di cui sono curioso di vedere il seguito.

Massimiliano Venturini.

Indigo Mist, “That The Days Go By And Never Come Again” RareNoiseRecords 2014

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L’avventuroso trombettista Cuong Vu e il pianista Richard Karpen si sono conosciuti insegnando nella stessa università negli anni scorsi. Dopo aver scoperto un’attitudine comune per la ricerca musicale e un background non molto dissimile, i due hanno deciso di dare alle stampe un album – tributo a Duke Ellington , che nelle loro parole rappresenta la sintesi fra tradizione e innovazione.

Nasce così il progetto Indigo Mist, la cui scaletta vede tre composizioni di Billy Strayhorn insieme a composizioni originali della formazione (oltre ai due leader troviamo Luke Berman al basso, Ted Poor alla batteria, Ivan Arteaga, Shih Wei Lo, Douglas Niemela e Joshua Parmenter ai Live electronics iPad) , il tutto elaborato in modo da formare un flusso sonoro organico simile ad un pout pourri post moderno in cui le cadenze pianistiche e il poderoso drumming vengono screziate dai sinuosi pattern digitali, mentre il fraseggio del tromettista di origine vietnamita crea asincronie nella dinamica, rendendo quasi sinestetiche le armonie riarrangiate. Dall’ascolto si percepisce chiaramente l’entusiasmo radicato in questa ode al compositore e si perdona con affetto il massimalismo che traspare nell’insieme. Un altro fiore all’occhiello per la label di ultra jazz RareNoiseRecords. Speriamo di poter assistere alla resa dal vivo di questo progetto, nonostante le difficoltà di cui i due leader ci hanno fatto partecipi.

Massimiliano Venturini

David Virelles, “Mbókò” Ecm Records 2014

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David Virelles: piano
Thomas Morgan: double bass
Robert Hurst: double bass
Marcus Gilmore: drums
Román Díaz: biankoméko, vocals

Cubano, classe 1983, David Vireless sorprende con questo terzo album a suo nome e primo per l’etichetta tedesca Ecm Records.
Lo avevamo ascoltato nel bellissimo album “Wislawa”, sempre Ecm, all’interno del quartetto del trombettista Tomasz Stanko. Suono caldo, avvolgente.
Il progetto recita “Sacred Music for piano, two basses, drum set and Biankoméko Abakua”
Una non banale descrizione che delinea una direzione chiara e precisa.
La via, assolutamente inusuale, va a scoprire l’Africa e Cuba con la mente fredda e vivace di chi sa tenere un distacco ed un controllo notevoli. Virelles ha il dono della pazienza e sa dosare la sua esuberanza con una maturità estrosa. Cuba guarda agli Stati Uniti ma tutto è intriso di musica europea dove l’atonalismo fa capolino sovente (“Transmission” “Biankoméko”).
Suoni dilatati e un pianismo compulsivo e percussivo, in cui la tastiera e il Biankoméko (un set di percussioni africane) si confrontano. Alla base il comune senso del ritmo. La levigata dinamica delle pelli percosse, accarezzate, strusciate si lega con forza al piano, mai cosi perso nel procedere per afonici tentativi di un discorso indiretto libero: un fluire inesorabile, scomposto ma fortemente voluto e conscio della propria struttura.
L’Africa sa incontrare la musica contemporanea, senza farsi fagocitare, portando con se la rabbia trattenuta e sostenuta che esplode in piccoli drammi, in piccole epifanie.

Nicola Barin.

http://player.ecmrecords.com/virelles

Vicenza Jazz New Conversations XIX Edizione 9-17 maggio 2014

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XIX Edizione

9-17 maggio 2014

Visual & Visionary Jazz. Sull’Arka di Sun Ra, tra vecchie e nuove avanguardie”

COMUNICATO STAMPA

Fantascienza jazz: tra grandi nomi della mitologia jazzistica e i più attuali esploratori delle nuove frontiere della musica improvvisata, il programma della diciannovesima edizione del festival New Conversations – Vicenza Jazz promette di trasformarsi in un romanzo sonoro d’avanguardia con protagonisti la Sun Ra Arkestra, Uri Caine, Han Bennink, Michael Formanek, Tim Berne, Craig Taborn, Wayne Horvitz, Rob Mazurek, Hamid Drake, Napoleon Maddox, Mary Halvorson e via sperimentando. La selezione artistica, curata dal direttore del festival Riccardo Brazzale, concentra nel giro di nove giorni, dal 9 al 17 maggio, i migliori rappresentanti di sessant’anni del jazz più rivolto al futuro. Numerose generazioni di sperimentatori sonori si incontreranno a Vicenza, lasciando il segno di un’avanguardia sempre pronta a essere apprezzata con immediato coinvolgimento, capace di regalare brividi da thriller jazzistico anche all’ascoltatore più tradizionalista.

Ma a Vicenza Jazz 2014 si esibiranno anche i più autorevoli ed emozionanti interpreti del mainstream o comunque di un jazz di più lineare concezione:Chick Corea, Kenny Garrett, Ravi Coltrane, Fabrizio Bosso, Rosario Giuliani,Gil Goldstein, Barbara Dennerlein, Vincent Peirani.

Una serata speciale sarà poi quella del 10 maggio: un grande concerto gratuito in Piazza dei Signori con il vortice di elettronica e ritmi etnici degli Asian Dub Foundation, in data unica per l’Italia.

Tra produzioni originali e la presenza di artisti che raramente è dato di ascoltare in Italia, Vicenza Jazz offrirà una panoramica a 360° sullo stato dell’arte della musica improvvisata.

Come suggerisce il sottotitolo del festival, “Sull’Arka di Sun Ra, tra vecchie e nuove avanguardie, Vicenza Jazz 2014 sarà un viaggio tra le numerose ondate rivoluzionarie che si sono susseguite nel jazz dalla metà del Novecento a oggi. Ma nel programma si potranno seguire numerosi altri percorsi tematici e stilistici: il festival vicentino promette infatti di conservare la vastità di programmazione che da diversi anni lo caratterizza, con oltre un centinaio di concerti sparsi in ogni luogo della città e distribuiti in ogni orario della giornata, per una vera abbuffata festivaliera di musica.

Il cartellone di Vicenza Jazz 2014 ospiterà infatti concerti nei palazzi storici, nelle chiese, nel conservatorio di musica, in spazi all’aperto e nei locali notturni. Tra questi ultimi risalta la programmazione (con ingresso sempre gratuito) del Bar Borsa, sotto le logge al piano terra della Basilica Palladiana, storico jazz club ufficiale del festival: qui si potranno ascoltare due concerti dei funambolici IsWhat?! del beatboxer Napoleon Maddox (il 9 e 10 maggio); i serbi del Trojica Trio (l’11); gli Hobby Horse con Dan Kinzelman, Joe Rehmer e Stefano Tamborrino (il 12); il quartetto lituano Soul Moustache (il 13); il quartetto che affianca Mattia Cigalini, Paolo Birro, Lorenzo Conte e Nicola Angelucci (il 14); la cantante Tiziana Ghiglioni accompagnata al pianoforte da Carlo Morena (il 15); il trio del contrabbassista Marc Abrams (il 16); l’EPI Quartet con il trombettista Fulvio Sigurtà (il 17).

Come sempre il programma di Vicenza Jazz si completerà con una corposa serie di attività collaterali per una totale immersione nella jazz life: incontri con poeti, seminari e masterclass con musicisti, mostre, happening artistici, convegni, proiezioni, presentazioni di libri e tante altre manifestazioni di cultura, musica e spettacolo.

Il festival New Conversations – Vicenza Jazz 2014 è organizzato dal Comune di Vicenza e dalla Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, in coproduzione con Aim Vicenza e Trivellato Mercedes Benz, in convenzione con la Società Groove per il Bar Borsa, quindi con il contributo del Ministero per i beni e le attività culturali e il turismo, nonché il sostegno di vari importanti sponsor privati.

Vicenza Jazz 2014 inizierà a viaggiare “sull’arka di Sun Ra”venerdì 9 maggio. ‘Imbarco’ al Teatro Olimpico con un doppio equipaggio. Si inizierà con l’esibizione del duo formato dal beatboxer Napoleon Maddox e il batterista Hamid Drake, connubio di acrobazie canore hip hop e ritmi free dai timbri esotici: improvvisazioni incandescenti che apriranno la strada al gruppo principale della serata, il quartetto del contrabbassista Michael Formanek. Quello di Formanek è a tutti gli effetti un supergruppo che raccoglie alcuni dei più notevoli esponenti della scena avant newyorkese: il sassofonista Tim Berne, il pianista Craig Taborn e il batterista Gerald Cleaver.

Sabato 10 Vicenza Jazz scende in Piazza dei Signori per un bagno di folla, con il tradizionale concerto a ingresso gratuito che per una sera punta i riflettori su gruppi di vasto richiamo popolare. E quest’anno, con gli Asian Dub Foundation, sarà un tripudio di ritmi dub, reggae ed etnici conditi dall’elettronica. Il concerto è proposto grazie alla collaborazione con la Consulta degli Studenti di Vicenza in occasione della festa nazionale degli studenti.

Domenica 11 al Teatro Comunale si torna ad ascoltare jazz, con l’artista di punta di questa edizione del festival vicentino: il pianista Chick Corea, che si esibirà in solitudine. Corea, emerso dai gruppi elettrici di Miles Davis, è stato uno dei ‘supereroi’ della grande deflagrazione jazz rock degli anni Settanta. Staccata la corrente elettrica e tornato al pianoforte, ha poi continuato a dominare la scena mainstream dei decenni a seguire, firmando album e brani epocali e creando gruppi e collaborazioni destinati a rimanere nella storia della musica jazz.

Lunedì 12 al Teatro Comunale arriveranno due dei migliori solisti del jazz nazionale, il trombettista Fabrizio Bosso e il sassofonista Rosario Giuliani. La New Thing degli anni Sessanta, soprattutto quella impersonata da Ornette Coleman, è alla base del loro quartetto ‘Golden Circle’: gli infuocati virtuosismi dei due solisti troveranno un combustibile ideale in una musica che dopo mezzo secolo colpisce ancora per la sua scioccante sferzata d’energia.

Ritorno al Teatro Olimpico martedì 13, con un doppio programma. La serata passerà dal minimalismo dell’esibizione in solo del chitarrista Michele Calgaro (un opening act in omaggio a Jim Hall) al gigantismo del Music Workhop di Gil Goldstein: una produzione originale con la Bonporti Jazz Band e l’Orchestra da Camera Pedrollo chiamate a eseguire le musiche di Goldstein sotto la direzione dell’autore, che si esibirà anche come solista alla fisarmonica. Il mélange tra orchestra classica e jazz ricorderà le fantasmagoriche sonorità del guru degli arrangiatori jazz, Gil Evans, col quale Goldstein ha collaborato.

Una serata capace di regalare imprevedibili sorprese sarà quella di mercoledì 14, ancora al Teatro Olimpico, con due gruppi che fanno dell’improvvisazione un vero gioco d’azzardo. Un duo non inedito ma di rarissimo ascolto è quello che affianca il pianista statunitense Uri Caine e l’iconoclasta batterista olandese Han Bennink: un abbinamento di talenti che promette sferzate di creatività a briglia sciolta, tra musiche originali e creazioni estemporanee. Il jazz più libero incontrerà poi la poesia di impegno politico e civile: sul palco saliranno il pianista e fisarmonicista Antonello Salis e il poeta Jack Hirschman, figura emblematica della letteratura statunitense del secondo Novecento, tra stretti contatti coi protagonisti della beat generation e poi l’adesione ai movimenti radicali americani.

Il festival si sposterà quindi per due serate tematiche al Teatro Comunale. Giovedì 15 il sax sarà protagonista assoluto. Prima con il quartetto di Ravi Coltrane, figlio di una delle figure fondamentali del jazz e la musica del Novecento in generale: John Coltrane; poi a seguire con il quintetto di Kenny Garrett, solista vulcanico, fautore di una musica dall’irresistibile pulsazione ritmica.

Venerdì 16 spazio alle donne, con due gruppi capaci di coprire generi assai diversi. L’Hammond jazz swingante e ricco di soul è alla base della proposta del trio dell’organista tedesca Barbara Dennerlein, tra le più pregevoli virtuose a livello mondiale. Decisamente spinta verso l’esplorazione di nuove sonorità è la musica del quartetto che affianca Taylor Ho Bynum (cornetta e trombone), Mary Halvorson (chitarra elettrica), Benoît Delbecq (pianoforte) e Tomas Fujiwara (batteria). In particolare, la Halvorson è la figura femminile in più rapida ascesa sulla scena sperimentale newyorkese.

Ispiratrice dell’edizione 2014 di Vicenza Jazz, sabato 17 la Sun Ra Arkestra giungerà finalmente sul palcoscenico del Teatro Olimpico per il finale del festival. Orfana del fondatore (scomparso nel 1993), l’Arkestra ha continuato a diffonderne il messaggio musicale fatto di ingredienti esoterici, sonorità mistiche, sperimentazioni linguistiche che danno vita a una fascinosa e policroma sovrapposizione di free e bop in salsa hippy. Nell’odierna Arkestra militano ancora alcuni storici collaboratori di Sun Ra, a partire dal suo ‘braccio destro’ Marshall Allen, sassofonista che, sulla soglia dei novant’anni, incarna alla perfezione i ‘misteri’ orchestrali di Sun Ra.

La serata finale del festival vicentino prevede inoltre un set d’apertura con un’esibizione in solo di Wayne Horvitz, pianista di culto della scena alternativa statunitense (Naked City, John Zorn…).

Tra i concerti al di fuori della prima serata teatrale, sono già annunciati due appuntamenti di rilievo. Venerdì 9 a Palazzo Chiericati una solo performance pomeridiana del giovanissimo fisarmonicista francese Vincent Peirani, il cui travolgente virtuosismo lo rende un erede ideale del connazionale Richard Galliano. Venerdì 16 a Villa Ghislanzoni Curti si esibiranno i São Paulo Underground del cornettistaRob Mazurek: jazz futurista dai bagliori elettronici per un concerto dall’insolita collocazione oraria: a mezzanotte.

PROGRAMMA (concerti principali)

 

Venerdì 9 maggio

Palazzo Chiericati, ore 17:00

Vincent Peirani solo

Vincent Peirani (fisarmonica)

 

Teatro Olimpico, ore 21

Napoleon Maddox & Hamid Drake Duo

Napoleon Maddox (beatbox, voce), Hamid Drake (batteria)

Michael Formanek Quartet feat. Tim Berne, Craig Taborn, Gerald Cleaver

Tim Berne (sax alto), Craig Taborn (pianoforte),

Michael Formanek (contrabbasso), Gerald Cleaver (batteria)

 

Bar Borsa, ore 22

IsWhat?! feat. Napoleon Maddox

Napoleon Maddox (beatbox, voce), Erik Sevret (sax tenore),

Dave Kane (contrabbasso), Hamid Drake (batteria)

 

Sabato 10 maggio

Piazza dei Signori, ore 21

Asian Dub Foundation

Ghetto Priest (mc), Aktar (mc), Dr Das (basso), Steve Saval (chitarra),

Nathan Fluteboxer Lee (flauto traverso, beat box), Rocky Singh (batteria)

 

Bar Borsa, ore 22

IsWhat?! feat. Napoleon Maddox

Napoleon Maddox (beatbox, voce), Erik Sevret (sax tenore),

Dave Kane (contrabbasso), Hamid Drake (batteria)

 

Domenica 11 maggio

Teatro Comunale di Vicenza, ore 21

Chick Corea solo

Chick Corea (pianoforte)

 

Bar Borsa, ore 22

Trojica Trio

Nenad Bokun (chitarra), Predrag Nedeljkovic (clarinetto), Aleksandar Andrejevic (batteria)


Lunedì 12 maggio

Teatro Comunale di Vicenza, ore 21
Fabrizio Bosso & Rosario Giuliani “The Golden Circle”

Fabrizio Bosso (tromba), Rosario Giuliani (sax alto),

Enzo Pietropaoli (contrabbasso), Marcello Di Leonardo (batteria)

 

Bar Borsa, ore 22

Hobby Horse

Dan Kinzelman (sax, clarinetto, flauti, tastiere, voce),

Joe Rehmer (contrabbasso, percussioni, tastiere, voce),

Stefano Tamborrino (batteria, percussioni, voce)

 

Martedì 13 maggio

Teatro Olimpico, ore 21

Michele Calgaro “All for Hall”

Michele Calgaro (chitarra)

Gil Goldstein Music Workshop

Bonporti Jazz Band, Orchestra da Camera Pedrollo

Gil Goldstein (direttore e solista: fisarmonica)

Produzione originale New Conversations – Vicenza Jazz, Centro Servizi Culturali S. Chiara, Conservatorio “Pedrollo” di Vicenza, Conservatorio “Bonporti” di Trento

 

Bar Borsa, ore 22

Soul Moustache

Vytautė Pupšytė (voce), Vytis Smolskas (tastiere, elettronica),

Paulius Adomėnas (basso elettrico), Jonas Gliaudelis (batteria)

in collaborazione con l’Ambasciata Lituana in Italia

 

Mercoledì 14 maggio

Teatro Olimpico, ore 21

Antonello Salis & Jack Hirschman “The Twin Towers”

Antonello Salis (pianoforte, fisarmonica), Jack Hirschman (voce recitante)

Uri Caine & Han Bennink “Sonic Boom”

Uri Caine (pianoforte), Han Bennink (batteria)

 

Bar Borsa, ore 22

Cigalini-Birro-Conte-Angelucci Quartet

Mattia Cigalini (sax), Paolo Birro (pianoforte),

Lorenzo Conte (contrabbasso), Nicola Angelucci (batteria)

 

Giovedì 15 maggio

Teatro Comunale di Vicenza, ore 21

Ravi Coltrane Quartet

Ravi Coltrane (sax), David Virelles (pianoforte),

Dezron Douglas (contrabbasso), Johnathan Blake (batteria)

Kenny Garrett Quintet

Kenny Garrett (sax), Vernell Brown (pianoforte),

Corcoran Holt (contrabbasso), Rudy Bird (percussioni), McClenty Hunter (batteria)

 

Bar Borsa, ore 22

Tiziana Ghiglioni & Carlo Morena Duo

Tiziana Ghiglioni (voce), Carlo Morena (pianoforte)

 

Venerdì 16 maggio

Teatro Comunale di Vicenza, ore 21

Barbara Dennerlein Trio feat. Romero

Barbara Dennerlein (organo), Romero (chitarra), Rodrigo Rodriguez (percussioni)

Bynum – Halvorson – Delbecq – Fujiwara Quartet

Taylor Ho Bynum (cornetta, trombone), Mary Halvorson (chitarra),

Benoît Delbecq (pianoforte), Tomas Fujiwara (batteria)

 

Bar Borsa, ore 22

Marc Abrams Trio

Robert Bonisolo (sax), Marc Abrams (contrabbasso), Klemens Marktl (batteria)

 

Villa Ghislanzoni Curti, ore 24

Rob Mazurek São Paulo Underground

Rob Mazurek (cornetta, elettronica), Guilherme Granado (tastiere, campionatore, voce),

Mauricio Takara (batteria, cavaquinho, elettronica)

 

Sabato 17 maggio

Teatro Olimpico, ore 21

Wayne Horvitz solo

Wayne Horvitz (pianoforte)

Sun Ra Arkestra

Marshall Allen (direttore, sax alto, flauto), Tara Middleton (voce),

Vincent Chancey (flicorno), Cecil Brooks (tromba), Dave Davis (trombone),

Knoel Scott (voce, sax, ballo), James Stuart (sax tenore),

Danny Ray Thompson (sax baritono), Farid Barron (pianoforte), Dave Hotep (chitarra),

Tyler Mitchell (contrabbasso), Stanley Morgan (congas, percussioni),

Elson Nascimento (percussioni, surdo), Wayne Anthony Smith Jr. (batteria)

Bar Borsa, ore 22

EPI Quartet

Cristiano Arcelli (sax), Fulvio Sigurtà (tromba),

Daniele Mencarelli (basso elettrico), Alessandro Paternesi (batteria)

 

* * *

Informazioni:

Assessorato alla Crescita – Ufficio Festival

Palazzo del Territorio, Levà degli Angeli, 11 Vicenza

Tel.: 0444 221541 – 0444 222101

Fax: 0444 222155

e-mail: vicenzajazz@tcvi.it

e-mail: vicenzajazz@comune.vicenza.it

web: http://www.vicenzajazz.org

 

Direzione artistica: Riccardo Brazzale

Peter Niklas Wilson, Albert Ayler, lo spirito e la rivolta

Ayler

Peter Niklas Wilson, Albert Ayler lo spirito e la rivolta

A cura di: Francesco Martinelli e Antonio Pellicori.

Edizioni ETS, 2013

 

Scomparso nel 2003, Peter Niklas Wilson é stato contrabbassista e musicologo/giornalista. Nel 1996 pubblica la monografia su Albert Ayler – che solo nel 2013 viene tradotto per la prima volta in italiano. L’Interrogativo che al lettore rimane dopo aver letto questo avvincente volume é: chi era Albert Ayler? Se le circostanze della sua prematura morte sono ancora avvolte dal mistero, le informazioni raccolte su di lui – biografiche e musicali – non aiutano comunque a dipingere un quadro univoco dell’uomo – e del personaggio di conseguenza, ça va sans dir.

Musicista di talento dallo spirito avanguardistico e allo stesso tempo capace di clamorosi passi falsi per accattivarsi il pubblico e mai sazio di fama e riconoscimenti, Albert Ayler non smette di suscitare interrogativi e di seminare incertezze – perfino tra chi, mentre era in vita, ne riconosceva il genio.
Il libro, che contiene i più recenti aggiornamenti sulla bibliografia e discografia ayleriane, analizza le connessioni fra vicende biografiche, evoluzione musicale dalla formazione alla carriera e scenario generale dell’epoca, restituendo al lettore il mistero dell’uomo e del musicista, mettendo in luce le contraddizioni, gli ideali e le idee del sassofonista in tutta la loro vitalità, senza incorrere nell’errore di giudicare o di collegare percorsi fra loro distanti.

Massimiliano Venturini.

Mauro Sambo, Project 6’27”/ Il tempo si biforca perpetuamente verso innumerevoli futuri

Mauro SamboMauro Sambo nasce a Venezia nel 1954. Prolifico videoartista e polistrumentista (sax contralto, percussioni, contrabbasso, laptop), influenzato dall’opera di Jorge Luis Borges, la sua musica è impossibile da definire, stando in una terra di mezzo tra improvvisazione, arte visiva, scultura sonora, avanguardia. Il suo approccio viene da lui definito minimalista ( il mutamento e la trasformazione sono elementi ricorrenti quando non fondanti della sua estetica, la transizione fondata sulla memoria diventa il cardine per lo sviluppo del gesto successivo ) .

Dopo lavori che hanno suscitato un interesse trasversale come il bel Presto ( dicono) giungerà la neve(re:konstrukt 2011) o il suggestivo Il perdono purifica l’offeso ( autoprodotto, 2011) opera multimediale in dvd in cui le improvvisazioni, all’inizio più live electronics, poi più di matrice jazz, si fondono alle immagini del Museo Lapidario Romano, Mauro Sambo presenta due nuovi progetti che rappresentano una novità nel suo approccio al momento artistico.

Project 6’27” ( http://project627.altervista.org/index.html ) prevede un brano di 6’27” per l’appunto proposto a diversi musicisti che devono improvvisare su di esso, in solo o in gruppo. In questo modo l’opera d’arte diventa un work in progress in perenne costruzione e mutamento, libero da canoni e ortodossie interpretative e formali. Le variazioni possono essere stilisticamente e strutturalmente infinite, i brani finiti formeranno un’opera che si potrà sviluppare nel tempo coinvolgendo sempre nuovi musicisti. L’opera d’arte come dono fatto e restituito arricchito, come flusso di memoria che apre scenari sempre nuovi al futuro avendo coscienza del passato trascorso.

Correlato, l’altro progetto dell’artista veneziano si intitola “Il tempo si biforca perpetuamente verso innumerevoli futuri” . Prendendo spunto da una frase di Borges e accompagnato dalla figlia Matilde in due brani e da Herbert Quain in uno, Mauro Sambo lascia intravedere le cicatrici che le sue influenze artistiche ( letteratura, cinema, fotografia, musica, installazioni, performance, pittura ) hanno lasciato nella sua anima e nella sua visione del mondo .

Un artista che mette in gioco tutto se stesso con l’innocenza e la consapevolezza senza riserve, un segreto del nostro panorama artistico che nulla ha da invidiare ad artisti stranieri.

Massimiliano Venturini.

Per informazioni e contatti:

https://www.facebook.com/mauro.sambo2

https://archive.org/details/oz082

https://soundcloud.com/project-627

Intervista a Maria Pia De Vito

ASCOLTA L’INTERVISTA 

il-pergoleseIl Pergolese

Maria Pia De Vito: voice; François Couturier: piano

Anja Lechner: violoncello; Michele Rabbia: percussion, electronics

ECM 2340

“Il Pergolese” rende omaggio al compositore del XVIII secolo Giovanni Battista Pergolesi (1710 – 1736), e indaga il suo rapporto con la musica colta e la musica popolare di Napoli, in una prospettiva fortemente contemporanea. Il testo dello Stabat Mater – tradotto in italiano da Maria Pia De Vito – e le arie d’opera, si trasformano in canzoni dalla vivida narratività, cornici aperte che forniscono la chiave per reinterpretare Pergolesi. Gli arrangiamenti di François Couturier dilatano le strutture di Pergolesi offrendo uno spazio peculiare all’improvvisazione. Questo però è un vero e proprio progetto di gruppo, un connubio tra suoni acustici e ritmi di percussioni e metalli, campionature ed elettronica in tempo reale. Le tessiture sonore crescono dense di ricchezza strumentale o si stagliano libere su paesaggi elettronici e coloristici. Il violoncello diventa voce e la voce diventa uno strumento. Il progetto è stato commissionato dal Festival Pergolesi Spontini di Jesi nel 2011. La versione del cd è stata registrata nel dicembre del 2012 a Lugano e prodotta da Manfred Eicher.