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Ralph Towner / Wolfgang Muthspiel / Slava Grigoryan
Travel Guide
Ralph Towner: classical and 12-string guitars; Wolfgang Muthspiel: electric guitar, voice; Slava Grigoryan: classical and baritone guitars
ECM 2310
“Travel Guide” documenta l’incontro di tre chitarristi, l’americano Ralph Towner, l’austriaco Wolfgang Muthspiel ed il kazako di nascita ma cresciuto in Australia Slava Grigoryan. Questi tre musicisti hanno suonato insieme per la prima volta in Australia nel 2005 e da quel momento hanno collaborato spesso assieme. Un disco del 2009 per l’etichetta material records di Muthspiel ha documentato inizialmente il lavoro di questo trio. Poi Ralph Towner ha proposto il progetto alla ECM che lo ha registrato a Lugano nell’agosto del 2012, con la consueta produzione di Manfred Eicher. Towner è un artista chiave per ECM sin dagli esordi che datano a più di 40 anni fa, mentre Muthspiel e Grigoryan segnano con questo album il loro esordio per l’etichetta di Monaco. Grigoryan è conosciuto in Australia come eccellente chitarrista classico mentre Muthspiel è stato una figura importante del jazz transatlantico degli ultimi due decenni sia col gruppo a suo nome, sia per le collaborazioni con Gary Burton, Paul Motian e altri. Questi tre musicisti condividono un forte sentimento per la struttura, un grande senso per l’improvvisazione lirica e per lo spazio, mettendo le loro tecniche strumentali al servizio di una musica piena di grazia. Il repertorio comprende cinque composizioni di Towner e altre cinque di Muthspiel.
John Abercrombie Quartet
39 Steps
John Abercrombie: guitar; Marc Copland: piano; Drew Gress: double bass; Joey Baron: drums
ECM 2334
Il nuovo quartetto di John Abercrombie si avvale oggi del pianista Marc Copland, al suo esordio per ECM. Abercrombie e Copland sono due musicisti con alle spalle una reciproca collaborazione iniziata quarant’anni fa. Nei primi anni settanta erano entrambi membri del quartetto di Chico Hamilton e sempre insieme hanno suonato con la pionieristica band jazz-rock Dreams. In seguito, alla fine degli anni novanta, hanno rinverdito la loro partnership in diversi contesti: dal duo piano – chitarra al trio con Kenny Wheeler, fino al gruppo cooperativo Contact con Dave Liebman e Billy Hart. In quest’ultimo decennio poi, entrambi hanno avuto come membro regolare delle loro rispettive band il bassista Drew Gress. “39 steps” è frutto quindi di relazioni musicali rodate e consolidate. Gli standards jazz ed il lirismo predominano inquesto lavoro con sei tracce scritte da Abercrombie, due da Copland, un’improvvisazione collettiva ed una “decostruzione creativa” dello standard “Melancholy Baby”. Questo album, prodotto da Manfred Eicher e registrato negli Avatar Studio di New York nell’aprile 2013, esce in contemporanea col tour europeo che prevede concerti in Francia, Germania, Austria, Italia, Polonia, Ungheria e Macedonia.
Tim Berne’s Snakeoil
Shadow Man
Tim Berne: alto saxophone; Oscar Noriega: clarinet, bass clarinet
Matt Mitchell: piano; Ches Smith: drums, vibraphone, percussion
ECM 2339
Il primo album eponimo del sassofonista compositore Tim Berne con il quartetto Snakeoil è stato un trionfo per la critica: Allaboutjazz ha descritto la sua musica come “imprevedibile e fresca”. Nel sondaggio di Downbeat à arrivato come decimo tra le migliori uscite del 2012. Il critico Nate Chinen del New York Times lo ha dichiarato il miglior disco dell’anno. Jazzwise ha scritto che è un album “pieno di genuinità umana e di saggezza”. Per il Top Jazz di Musica Jazz è arrivato come terzo musicista dell’anno e quarto album nel 2012. Forte di questa accoglienza Berne ha deciso di alzare la posta con questo secondo album “Shadow Man”. Dopo quattro anni insieme, Berne e la sua band di New York – il pianista Matt Mitchell, il clarinettista Oscar Noriega ed il batterista/percussionista Ches Smith – hanno sviluppato il loro rapporto musicale come un’intesa telepatica. Il risultato di questo album in studio è una meraviglia cinetica, i sei brani di “Shadow Man” sono un connubio tra musica viscerale e cerebrale, tra montagne russe dinamiche e lirismo dolente. Un album mozzafiato di grande impatto.
Tour in Italia:
26 ottobre Cormons
27 ottobre Tarzo (Treviso) alla Cantina Cenci
28 ottobre Ferrara per il Bologna Jazz Festival
30 ottobre Parma
31 ottobre Firenze alla Sala Vanni
Aaron Parks
Arborescence
Aaron Parks: piano
ECM 2338
“Arborescence” è un termine che sta a significare qualche cosa che si struttura mettendo radici e rami, come un albero, e queste radici e rami si muovono alla ricerca dell’acqua e del sole. Il giovane pluripremiato pianista Aaron Parks ha chiamato il suo primo album per ECM “Arborescence” perché la musica di questo progetto è il frutto di una improvvisazione in solo in cui poco è stato predeterminato. L’artista racconta che i brani si sono sviluppati “come esseri viventi (…) sentivo la musica come se stesse nascendo e andando dove doveva andare, in modo arboreo”. E’ possibile percepire in questa musica, echi fugacei di Arvo Pärt e Paul Bley, Erik Satie e Kenny Wheeler; ma “Arborescence” rimane qualche cosa di intimo e personale, registrato con le luci al minimo nella calda e cristallina acustica del Mechanics Hall, a Worcester nel Massachusetts. Ascoltando con attenzione, si sente Parks sussurrare parte di una melodia con il piano, come se stesse suonando da solo a casa sua, per se stesso. E’ una poesia contemplativa strumentale “non percepita come un’intenziona cosciente” dice il pianista “ma piuttosto come qualche cosa a metà tra il sogno ed il ricordo”.
Ralph Alessi
Baida
Ralph Alessi: trumpet; Jason Moran: piano
Drew Gress: double-bass; Nasheet Waits: drums
ECM 2321
Per Ralph Alessi, l’uscita di “Baida” – il suo primo album per ECM come bandleader – è un momento magico della sua già ampia carriera. Il trombettista newyorkese è stato un eccellente improvvisatore in gruppi come quelli di Steve Coleman, Uri Caine, Ravi Coltrane, Fred Hersch e Don Byron, portando avanti al contempo vari progetti a suo nome. Ora, con “Baida”, Alessi ha creato qualche cosa di emozionante, un album che può arrivare ad un pubblico ancora più ampio per la qualità delle sue atmosfere ed il fascino delle sue melodie. Per “Baida” Alessi ha coinvolto al piano Jason Moran, al basso Drew Gress ed alla batteria Nasheet Waits. Questo quartetto di virtuosi suona con una straordinaria eleganza ma anche con una tangibile muscolarità. Il tono argenteo della tromba di Alessi, come ha detto il New York Times ha “una luminosità rotonda, come la luna piena”.
Il Pergolese
Maria Pia De Vito: voice; François Couturier: piano
Anja Lechner: violoncello; Michele Rabbia: percussion, electronics
ECM 2340
“Il Pergolese” rende omaggio al compositore del XVIII secolo Giovanni Battista Pergolesi (1710 – 1736), e indaga il suo rapporto con la musica colta e la musica popolare di Napoli, in una prospettiva fortemente contemporanea. Il testo dello Stabat Mater – tradotto in italiano da Maria Pia De Vito – e le arie d’opera, si trasformano in canzoni dalla vivida narratività, cornici aperte che forniscono la chiave per reinterpretare Pergolesi. Gli arrangiamenti di François Couturier dilatano le strutture di Pergolesi offrendo uno spazio peculiare all’improvvisazione. Questo però è un vero e proprio progetto di gruppo, un connubio tra suoni acustici e ritmi di percussioni e metalli, campionature ed elettronica in tempo reale. Le tessiture sonore crescono dense di ricchezza strumentale o si stagliano libere su paesaggi elettronici e coloristici. Il violoncello diventa voce e la voce diventa uno strumento. Il progetto è stato commissionato dal Festival Pergolesi Spontini di Jesi nel 2011. La versione del cd è stata registrata nel dicembre del 2012 a Lugano e prodotta da Manfred Eicher.
per chi volesse ascoltarli in concerto in Italia
9 novembre Napoli alla Chiesa di Donnaregina II
23 novembre Roma all’ Auditorium Parco della Musica
Ufficio Stampa ECM in Italia