Enrico Zanisi vince il premio Top Jazz 2012

Enrico ZanisiIl giovane pianista Enrico Zanisi vince il premio Top Jazz come Miglior Nuovo Talento 2012, lo storico premio assegnato dalla rivista Music Jazz in base al voto espresso da circa cento giornalisti musicali del settore.

Impulse Jazz vi ripropone la sua intervista in occasione dell’uscita dell’album “Life Variations” Cam Jazz 2012.

Clicca nel link sottostante per ascoltare l’intervista:

Intervista ad Enrico Zanisi by Impulse-Jazz on Mixcloud

Vedi anche la recensione su www.jazzitalia.net/recensioni/lifevariations.asp

Paolo Fresu Devil Quartet “Desertico” Tuk Music, 2013

Paolo_Fresu_Desertico-592x592Una donna africana osserva il mondo. Lo fa cingendolo con uno sguardo che non è diretto ma trasversale
E’ come se, nel guardare un infinito che le sta di lato, lei voglia raccontare se stessa e il suo lungo viaggio tra savane e deserti.
Nasconde lo sguardo e gli occhi si fanno profondi, tra il verde e lo scuro. Una bicromia che è spazio e colore.
Spazi infiniti che sono dell’oggi e il colore di un passato che unisce popoli e danze, suoni e idiomi.
Niente accade, tutto è già vissuto. “Desertico” è il titolo di uno dei dodici brani del nuovo CD del Paolo Fresu ‘Devil’ Quartet in uscita il 29 gennaio.

In esso si coglie il pensiero in movimento di un gruppo che oggi compie otto anni e che spinge la musica nell’immenso deserto dei suoni odierni.
Senza distinzione di generi, con forza e con una sottile poesia che permea l’intero album.
“Desertico” è un viaggio tra l’Africa e il mondo attraverso il jazz, il rock e il meticcio.

Dopo circa quattro anni torna uno dei migliori progetti di Paolo Fresu: il DEVIL QUARTET.

Nonostante la poetica del trombettista sardo sia sempre in evidenza è l’energia ritmica e la coesione tra i componenti del gruppo la caratterista fondamentale di questa ormai storica formazione italiana.

Anche in “DESERTICO”, come nel precedente “STANLEY MUSIC”, i brani sono scritti per la maggior parte dai membri del DEVIL QUARTET ma vi traspare un amore per il canto delle ballate e una dedica al rock degli Stones.

I quattro (Paolo Fresu alla tromba, flicorno e alle strumentazioni elettroniche, Bebo Ferra alla chitarra sia acustica che elettrica, Paolino Dalla Porta al contrabbasso e Stefano Bagnoli alla batteria) non si risparmiano e creano insieme un album destinato a durare nel tempo.

Opera densa di emozioni, sudore e anima.

tukmusic.paolofresu.it

Intervista a Serena Spedicato

Serena_SpedicatoIn occasione dell’uscita del nuovo album “MyWaits. Tom Waits Songbook” per l’etichetta Dodicilune  Records, abbiamo incontrato la cantante Serena Spedicato.

 Il mondo di Tom Waits, poeta dannato, cantore per eccellenza dell’America underground, visionario ma legato alla realtà della strada, raffinato ma attento alla realtà degli ultimi (prostitute, ubriaconi, clochard), autore di storie di un mondo minore, scritte tra strade abbandonate, vicoli bui, locali fumosi, motel di periferia, costituisce un riferimento assoluto nella musica contemporanea; e, proprio perchè molto legato alla figura e alla cifra del suo autore, costituisce un songbook difficile, che ha molto ispirato i migliori interpreti (da Ute Lemper a Scarlett Johansson) come i migliori songwriter del nostro tempo (in Italia, un nome su tutti, Capossela).
Tuttavia, proprio il peso specifico di Waits ha scoraggiato una rilettura completa della sua opera. Per questo, My Waits, di Serena Spedicato, rappresenta un atto di coraggio, oltre che un atto di devozione. In My Waits, infatti, Spedicato e il suo gruppo di raffinato jazz da camera -pur nel pieno rispetto della poesia e della metrica waitsiane- decontestualizzano il songbook del poeta californiano, tratto esclusivamente dai suoi primi dischi (da Closing Time sino a Heartattack and Wine), donandogli una interpretazione jazz fresca e convincente.
La voce cristallina di Serena Spedicato, così diversa dalla roboante interpretazione di Waits, conferisce una raffinata eleganza a melodie preziose, che, nella nuova veste, appaiono dotate di luce nuova. Il gruppo, con Gianni Iorio al bandoneon e al pianoforte, Antonio Tosques alla chitarra, Pierluigi Balducci, anche arrangiatore del progetto, al basso e Pierluigi Villani ai ritmi, porta alla luce gli angoli più segreti e nascosti del mondo di Waits, i suoi riferimenti reconditi. Un lavoro di valore assoluto.

www.dodicilune.it

 

Leonardo Radicchi “Riot”, Groove Master Edition, 2013

cover album RIOTLA RIBELLIONE DELL’UOMO CONTEMPORANEO NEL NUOVO ALBUM DEL SASSOFONISTA LEONARDO RADICCHI
Il 25 febbraio esce il secondo album del sassofonista e compositore Leonardo Radicchi che, dopo i consensi di “I hear voices in my head”(2011) si riafferma in veste di leader con brani che affrontano i diversi aspetti della ribellione rispetto alle tensioni sociali e agli eventi che caratterizzano la attuale società europea, americana e non solo.

ASCOLTA L’INTERVISTA, CLICCA QUI SOTTO:

Intervista a Leonardo Radicchi by Impulse-Jazz on Mixcloud

Esce il prossimo 25 febbraio con l’etichetta Groove Master Edition “RIOT”, il secondo album del sassofonista e compositore Leonardo Radicchi, personalità carismatica della nuova generazione di talenti del jazz italiano, che già nel 2011 si è affermato con il suo primo disco da leader “I hear voices in my head”, edito dalla stessa etichetta ed inciso con il collettivo Creative Music Front, ottenendo notevoli consensi durante i tour organizzata in USA, Messico e Italia.

Prodotto da Roberto Ramberti, RIOT sarà presentato in diverse location italiane tra cui la Casa del Jazz di Roma, lo Zuni Jazz & New Music di Ferrara, e la trasmissione “Jazz a Nota Libera” di Massimo Nunzi su Teleradiostereo2 (il 27 febbraio in diretta dalle ore 22).

Il repertorio dell’album si articola in 7 composizioni originali per le quali Radicchi prende spunto da personaggi, tensioni sociali ed eventi che attraversano la società europea, americana e non solo.

Tutti i brani fissano aspetti diversi della ribellione, dalla sua genesi di lungo periodo (il brano “Feeding a Shark in a Pool”), al suo svolgersi e consumarsi (“Suite for a Riot”, in tre movimenti), fino alla descrizione dei suoi personaggi (“People who say no” e “Blues for Yvan Sagnet”). In “Wait” tutto diventa più esplicito: si abbandona la musica strumentale per passare ad un brano in cui la voce (della cantante Marta Capponi) non lascia spazio a dubbi. Il disco si chiude con “Sing for Absolution”, brano dei Muse, della band alternative rock britannica, scritto dal leader Matt Bellamy, che si pone come naturale conclusione e che risolve nella liricità sia le tensioni ritmiche ed armoniche del disco che le pulsioni ideali che lo attraversano.

Musicalmente, il disco si inserisce nell’orizzonte del jazz più contemporaneo senza dimenticare le lezioni che grandi maestri statunitensi ed europei hanno lasciato sulla sperimentazione, sulla contaminazione e sull’impegno civile (tra cui Miles Davis, Ed Harris, Steve Coleman, John Zorn, Area, Joe Henderson, Lingomania).

LA BAND

La band è formata da giovani e talentuosi musicisti provenienti da contesti prestigiosi tra cui Berklee College of Music di Boston, Dipartimento Jazz del Conservatorio di Ferrara, Dipartimento di Composizione Classica del Conservatorio di Perugia, e da esperienze musicali che vanno dal jazz alla musica classica contemporanea, dal rock alla black music, dando vita ad un suono che si pone a metà strada tra le varie tradizioni musicali.

Leonardo Radicchi/Sax
Marta Capponi/Voice & Effects
Claudio Leone/Electric Guitar
Lorenzo Cannelli/Fender Rhodes & Elka Organ
Filippo Radicchi/Drums

Rassegna “Ostinati 2013”, Padova

centro d'artePrende il via venerdi 1 febbraio al cinema Lux di Padova la nuova edizione di “Ostinati!”, la ben nota rassegna di musiche contemporanee promossa dal Centro d’Arte degli Studenti dell’Università di Padova.

E’ la sesta edizione sotto questo titolo, un titolo che allude all’insistenza con la quale il Centro continua a proporre artisti legati alla ricerca, indipendenti da generi codificati.

L’inaugurazione sarà davvero speciale con il collettivo El Gallo Rojo al gran completo, in occasione della pubblicazione del cd numero 50 del catalogo discografico della medesima etichetta.
“El Gallo Rojo Plays El Gallo Rojo” vedrà sul palco del Lux 15 musicisti impegnati in formazioni variabili, dal “solo” al “tutti”, in grado di valorizzare al meglio l’insieme delle sfaccettature espressive dei singoli compositori-improvvisatori: da Danilo Gallo a Piero Bittolo Bon, da Alfonso Santimone a Enrico Terragnoli, da Francesco Bigoni a Zeno De Rossi solo per citarne alcuni.
El Gallo Rojo è attivo dal 2004 come collettivo indipendente, centro di produzione e distribuzione discografica, punto di riferimento per decine di gruppi di jazz, improvvisazione e nuova musica.
Il concerto è alle ore 21. Biglietti a 12 euro, 10 (ridotti) e 5 (studenti universitari).

La settimana successiva, il 6 febbraio (ore 21), sarà di scena sempre al Lux il trio del sassofonista americano Darius Jones, con Adam Lane al basso e Jason Nazary alla batteria.
Tra i gruppi più interessanti degli ultimi anni, il trio di Darius Jones si è segnalato per il cd “Big Gurl (Smell My Dream)”.

Un altro trio, quello del pianista Claudio Cojaniz, è atteso invece il 6 marzo (Lux, ore 21).
Cojaniz è sempre più attivo all’interno del jazz creativo italiano, sia come solista che come band-leader. Il suo nuovo trio è composto dal bassista Alessandro Turchet e dal batterista Luca Colussi.

Serata particolare e prestigiosa quella del 19 marzo, stavolta alla Sala dei Giganti del Liviano: un doppio concerto che comprende un “solo” del clarinettista-sassofonista Ned Rothenberg e un duo tra la pianista Myra Melford ed il clarinettista Ben Goldberg (esclusiva italiana).
Musicisti ben conosciuti nell’ambito dell’avant-jazz americano, impegnati ora in un repertorio totalmente acustico.

Si prosegue il 12 aprile (Lux) con la nuova edizione di Shtik, gruppo del batterista Zeno De Rossi, che ospita la cantante Silvia Donati.

L’8 maggio arriva invece il grande chitarrista Nels Cline alla testa del quartetto “The Nels Cline Singers” (esclusiva italiana), con Trevor Dunn, Yuka Honda e Scott Amendola.

Cline è un veterano dell’avanguardia, sempre in bilico tra rock corrosivo e jazz sperimentale, ma nell’ultimo decennio ha acquisito nuova fama come elemento stabile dei Wilco, tra le rock band più influenti del nostri giorni.

Informazioni presso il Centro d’Arte, telefono 0498071370, www.centrodarte.it
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