Uscite Ecm Records, Febbraio 2013

Ecm Records

www.ecmrecords.com

Stefano Battaglia Trio
Songways

Stefano Battaglia: piano; Salvatore Maiore: bass; Roberto Dani: drums

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Chris Potter
The Sirens

Chris Potter: tenor and soprano saxophones, bass clarinet; Craig Taborn: piano; David Virelles: prepared piano, celeste, harmonium; Larry Grenadier: double bass; Eric Harland: drums

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Tomasz Stanko New York Quartet
Wisława

Tomasz Stanko: trumpet; David Virelles: piano; Thomas Morgan: double bass; Gerald Cleaver: drums

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Charles Lloyd and Jason Moran
Hagar’s Song

Charles Lloyd: alto and tenor saxophones, alto and bass flutes; Jason Moran: piano, tambourine

Recensione concerto dei “Chicago Underground Duo”, 25.01.13 Interzona, Verona


foto (3)CHICAGO UNDERGROUND DUO.

Rob Mazurek: cornet, electronics, vocals
Chad Taylor: drums, mbira, drum Machine, electronics

Interzona, venerdì sera. Su uno scarno palcoscenico illuminato da una minacciosa luce rossa salgono due loschi figuri, un trombettista imbolsito e un batterista ipertonico. Partono subito calorosi applausi dallo sparuto pubblico ( quorum ego) che sa cosa succederà fra poco, che si aspetta che succeda. E il miracolo, puntualissimo, succede. Appena Rob porta la cornetta alle labbra, il tempo diventa un’estensione del suono, esplosivo, primordiale e futuribile allo stesso tempo. Da lì in avanti, per sessanta tiratissimi, roventi minuti, da questa formazione che definire ridotta all’osso pare un eufemismo usciranno suoni di ogni genere. Rob Mazurek dalla sua tromba e gingilli elettronici estrae come da un cilindro suoni ipnotici, avant, psichedelici. E Chad Taylor, alla batteria , lo supporta, lo contrasta, lo avvolge con un drumming potente e allo stesso tempo pieno di sfumature. Attivi dal 1998 quando debuttarono con l’album Playground, nel corso degli anni si sono evoluti in più incarnazioni ( Trio, Quartetto, Orchestra) e con l’intento dichiarato di espandere l’umano dall’interno verso l’esterno, portando la loro orginalissima miscela di musica africana, etnica, jazz a livelli di espressività inauditi, ripagando la stima e l’ammirazione incondizionata dei fans e degli addetti ai lavori con una discografia ed esibizioni dal vivo a dir poco emozionanti. E l’album “Age Of Energy”, da poco pubblicato, vuole essere l’occasione per far presente ai fans che i quindici anni di attività del gruppo sono appena iniziati, le idee ci sono e servono solo le orecchie per ascoltare.
Buona parte dell’esibizione del Duo è incentrata sull’ultima release, ma non sono mancati i curiosi al saccheggio delle altre opere dei duo chicagoani posticci ( sarebbe interessante chiedere a Rob Mazurek perché sceglie sempre nomi di città nelle sue formazioni…ndr) . Unico rimpianto per i fans: sessanta minuti passano velocemente, troppo…. Applausi.
Li aspettiamo presto, ancora.

Massimiliano Venturini

http://northern-spy.com/artists/chicago-underground-duo/

www.myspace.com/chicagoundergroundmusic

foto (4) foto (1)

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Masami Akita (Merzbow), Balazs Pandi, Mats Gustafsson – “Cuts” Rare Noise Records


Merzbow Gustafsson PandiL’eminente critico musicale Whitney Balliet descrisse il jazz come il “suono della sorpresa” – usando un lo stesso metro di valutazione Cuts, collaborazione catartica e turbolenta fra l’artista noise per eccellenza, il giapponese Masami Akita (conosciuto come “Merzbow”), il batterista ungherese Balazs Pandi ed il sassofonista svedese Mats Gustafsson e’ il “suono per colpire e terrorizzare “ (The sound of Shock and Awe).

Cuts e’ un assalto sonico di proporzioni epiche, che convoglia la potenza del grind white noise di Merzbow il pulsare tuonante della batteria di Pandi ed un uso feroce e free di sassofono, clarinetto ed elettronica live da parte di Mats Gustafsson in un unicum che rieccheggia suggestion di Metal Machine Music di Lou Reed, a Interstellar Space di John Coltrane a composizioni dei Sonic Youth.

La recensione

Cuts, uscito sotto RareNoiseRecords, è l’ultimo lavoro di Merzbow, musicista cardine della scena noise con all’attivo una discografia pressoché impossibile da riassumere. Per l’occasione, ha collaborato con il sassofonista jazz-impro Mats Gustafsson ( che ha collaborato con Zu e di recente con Neneh Cherry, dimostrando una versatilità non comune..) e con il batterista ungherese Pandi. L’album si sviluppa lungo cinque suite, senza risparmio sul minutaggio e senza un attimo di respiro per l’ascoltatore. E ben venga! Perché i brani sono realmente lunghi, ma sanno mantenere un’organicità e una tensione armonica interna da scongiurare sul nascere ogni sospetto di maniera o artificiosità.
Effetti elettronici, noise, sax indomabile, tribalismo puro: se è vero che l’intero è dato dalla somma delle parti più qualcos’altro, possiamo dire tranquillamente che il qualcos’altro che i tre mettono del disco è senza dubbio tutto ciò che rappresenta l’idea musicale, l’idea di non dare nulla, nel materiale sonoro e nell’ispirazione, per scontato. Il minaccioso volatile in copertina potrebbe ben simbolicamente rappresentare l’idea di volersi elevare con la musica, senza per questo rinunciare alla propria essenza aggressiva, alla propria umanità.
Impossibile ( e direi inutile) cercare riferimenti stilistici, qui possiamo davvero parlare di “materia sonora” intesa come energia primordiale senza controllo, in cui la cosa migliore è lasciarsi andare e –semplicemente – tenere le orecchie aperte. Qui possiamo davvero dire che la ricerca di riferimenti suona come un banale entrare in mare senza volersi sciogliere dalla gomena. Sarebbe un vero peccato.

Massimiliano Venturini

www.rarenoiserecords.com

Ascolta il singolo “Like razor blades in the dark” clicca qui di fiancoLike razor blades in the dark by Impulse-Jazz on Mixcloud