I Naked Truth presentano il nuovo album “Ouroboros” per l’etichetta Rare Noise Records

Il nuovo album del progetto NAked Truth, Ouroboros, richiama l’eterno ritorno e la rinascita.
Tutti i suoni del nuovo album riportano alla mente e alle orecchie la lezione del Miles più bitchesbrewiano, attualizzandolo e saltando a piè pari questi 30 e passa anni.

I quattro membri del progetto ( Graham Haynes ai fiati, Pat Mastellotto alle percussioni, Lorenzo Feliciati al basso, Roy Powell alle tasttiere) suonano affitatissimi, confermando il raggiungimento di una stabilità sia a livello di formazione che compositivo. Lo scenario che fa da sfondo al seguito di “Shizaru” ha i colori del prog più plumbeo e del jaz rock d’alta scouola, senza disdegnare sporadiche incursioni nell’ambient , il tutto senza per questo appiattire le sfumature che il gusto e la perizia tecnica dei musicisti sanno evocare.

Dust, singolo prescelto dall’etichetta RareNoiseREcords, sintetizza come uno yin e yang le due possibili anime della perizia musicale: la capacità di creare atmosfere apocalttiche alternate a momenti di “quiete nervosa” .

Un album da ascoltare dall’inizio alla fine e poi ricominciare.

ww.rarenoiserecords.com

Ascolta il singolo Dust qui sotto

Intervista a Federico Casagrande

In occasione dell’uscita del nuovo album “The Ancient Battle of the Invisible” del chitarrista Federico Casagrande per la label CamJazz, Impulse ha il piacere di intervistarlo.

Federico Casagrande: chitarra elettrica
Jeff Davis: vibrafono
Simon Tailleu: contrabbasso
Gautier Garrigue: batteria

Ambientato visivamente nelle immagini di una battaglia epica, The Ancient Battle of the Invisible è il nuovo album di Federico Casagrande, acclamato chitarrista residente da molti anni a Parigi, punto di riferimento del jazz contemporaneo sulla scena internazionale.

Ideato come il seguito naturale del suo precedente disco (Spirito of the Monuntains), questo nuovo progetto viene rappresentato come un quadro, una metafora della battaglia interna che l’uomo deve affrontare da sempre: quella tra l’amore e l’odio, tra i desideri, i pensieri e le passioni.
È’ in questa splendida cornice che Federico Casagrande da sfogo a tutta la sua fantasia creativa, portando l’ascoltatore ad immergersi in quel mondo invisibile, talvolta pacifico come la brezza al tramonto, talvolta inquieto come nel mezzo di una battaglia, fatto di pensieri e sensazioni che divengono così reali. Uomini che corrono alla conquista, che combattono o che si aiutano, che mostrano il loro orgoglio e le loro paure, la loro forza e le loro debolezze, la loro saggezza e la loro follia; tutto ciò circondato dalla bellezza austera della natura.

www.federicocasagrande.com

www.camjazz.com

 

Intervista a Emiliano D’Auria – Jano Quartet

In occasione dell’uscita del nuovo album degli Jano Quartet per la label Via VenetoJazz Impulse ha il piacere di intervistare il pianista Emiliano D’Auria.

Clicca qui di fianco per ascoltare l’intervista:  Intervista Emiliano D’Auria – Jano Quartet by Impulse-Jazz on Mixcloud

Il 30 ottobre la  Via VenetoJazz  pubblicherà Distante, secondo album dello Jano Quartet.

Per la registrazione del disco la formazione marchigiana,  composta da Gianluca Caporale (sax ten./sopr., clarinetto), Emiliano D’Auria(piano, rhodes, electronics), Amin Zarrinchang (contrabbasso), Alex Paolini (batteria, electronics),  si è avvalsa della preziosa collaborazione di  Luca Aquino (electronics, trumpet).
Dai dieci brani originali contenuti nell’album emerge un jazz elettroacustico e modernamente “atmosferico”.
L’utilizzo dell’elettronica, l’impianto delle composizioni, la scelta dei suoni, è tutto orientato a creare spazi e diversi piani sonori, a creare ambienti e aprire orizzonti.
Grooves, ostinati, idee melodiche e ritmiche, improvvisazioni e sovrapposizioni elettroniche, tappeti e silenzi pensati per dar una forte connotazione onirica e cinematica dalle ampie vedute e dagli spazi distesi, caratterizzano il progetto in cui il linguaggio jazz è un punto di partenza e non una mera gabbia accademica.
Un viaggio musicale in cui vengono percorse nuove strade con spirito di ricerca, non avendo timore di abbandonare schemi e riferimenti, valutando il rischio di entrare in ambiti musicali non puramente etichettabili e lontani da cliché.
L’equilibrio di ruoli e il lirismo diffuso si colorano di timbri suggestivi.
Il risultato è sospeso con misura tra nebbie di paesaggi incontaminati e sottili brividi da allucinazione metropolitana in cui le folate d’inquietudine, di attesa, di sospensione psichedelica, interagiscono per creare un sound disteso come le correnti d’alta quota, “distanti”, appunto, anche da accademismi e mode.
 Per la registrazione del disco la formazione marchigiana, composta da Gianluca Caporale (sax ten./sopr., clarinetto), Emiliano D’Auria (piano, rhodes, electronics), Amin Zarrinchang (contrabbasso), Alex Paolini (batteria, electronics), si è avvalsa della preziosa collaborazione di Luca Aquino (electronics, trumpet).

Dai dieci brani originali contenuti nell’album emerge un jazz elettroacustico e modernamente “atmosferico”.
L’utilizzo dell’elettronica, l’impianto delle composizioni, la scelta dei suoni, è tutto orientato a creare spazi e diversi piani sonori, a creare ambienti e aprire orizzonti.
Grooves, ostinati, idee melodiche e ritmiche, improvvisazioni e sovrapposizioni elettroniche, tappeti e silenzi pensati per dar una forte connotazione onirica e cinematica dalle ampie vedute e dagli spazi distesi, caratterizzano il progetto in cui il linguaggio jazz è un punto di partenza e non una mera gabbia accademica.
Un viaggio musicale in cui vengono percorse nuove strade con spirito di ricerca, non avendo timore di abbandonare schemi e riferimenti, valutando il rischio di entrare in ambiti musicali non puramente etichettabili e lontani da cliché.
L’equilibrio di ruoli e il lirismo diffuso si colorano di timbri suggestivi.
Il risultato è sospeso con misura tra nebbie di paesaggi incontaminati e sottili brividi da allucinazione metropolitana in cui le folate d’inquietudine, di attesa, di sospensione psichedelica, interagiscono per creare un sound disteso come le correnti d’alta quota, “distanti”, appunto, anche da accademismi e mode.

www.janoquartet.com

www.viavenetojazz.it

Francesco Diodati: nuovo album “Need Something Strong” e Tour

Dal 14 agosto nei digital store e dal 10 settembre in tutti i negozi sarà disponibile il nuovo disco del chitarrista romano Francesco Diodati “Need Something Strong” (AUAND AU9028).

Giunto al suo secondo lavoro con il gruppo Neko, quartetto completato da Francesco Bigoni al sax tenore e clarinetto, Francesco Ponticelli al contrabbasso e basso elettrico e da Ermanno Baron alla batteria, Diodati si conferma uno dei più dotati chitarristi del jazz contemporaneo.

Basti leggere le note di copertina scritte di getto da Enrico Rava, fra i suoi più sinceri ammiratori:

“Non è facile stupirmi dopo tutta la musica che ho ascoltato nella mia vita, eppure questo quartetto mi ha colpito con una forza straordinaria, come un tornado. Conoscevo già questi musicisti. Bigoni e Ponticelli avevano suonato anni fa, esordienti di grande bravura, in uno dei miei gruppi e avevo avuto modo di apprezzarne il grande talento e la musicalità, ma il cammino che hanno percorso da allora è quasi incredibile. In quanto a Diodati, ho avuto il piacere di suonare con lui in tempi recenti. Senz’altro uno dei solisti più interessanti e appassionati della scena attuale, ma non ne conoscevo le doti di compositore e di leader. Doti che in questo disco letteralmente esplodono. Di Baron avevo sentito parlare benissimo ma non lo avevo mai sentito, e il suo lavoro in quest’occasione non fa che confermare tutte le belle cose che avevo sentito su di lui. Ma più che la bravura dei singoli, che pure è eccezionale, quello che colpisce di questa musica è la grande capacità di ascolto reciproco e la condivisione della stessa visione musicale. Si sente che questi musicisti stanno “vivendo” insieme quello che suonano, con una tale concentrazione da trasformare un fatto musicale in un’esperienza mistica. Il risultato è un magnifico affresco dove ognuno dona quello che è necessario e riceve ciò di cui ha bisogno. Non c’è spazio per esibizioni narcisistiche né per virtuosismi inutili. Non ci resta che abbassare le difese e lasciarci inondare da un fiume di sensazioni e colori di un’intensità quasi dolorosa. Dolcezza, forza, tensione, amore, violenza. I brani, quasi tutti di Diodati si snodano uno dopo l’altro con una logica e una coerenza che ne fanno quasi una suite dalla drammaturgia perfetta. Infine, il tocco geniale di terminare il cd con uno dei brani più belli e meno frequentati di Monk, quel Brilliant Corners così ostico da suonare che pochissimi jazzisti ci hanno provato. E la rilettura che ne da Neko è veramente stupenda e originale. Senza rinunciare al sound del gruppo e senza tradire lo spirito del grande Thelonious, facendoci supporre che infine sia lui il nume tutelare di questa meravigliosa band”.

Vi segnaliamo anche l’intervista apparsa sul Magazine AndyMag:
www.andymag.com/my-lifemy-music/1845-francesco-diodati.html

www.francescodiodati.com

www.auand.com

Ecco le date del Tour:

Novembre

11: F. Giannelli “Occhi” @ Alexanderplatz
16: Ada Montellanico Wandering @ Madrid Jazz (Madrid)
17: W Ada Montellanico (Siena)
19: Bobby Previte Plutino + G. Petrella @ Correggio
20: BP Plutino + G. Petrella @ ExWide (Pisa)
21: BP Plutino + G. Petrella @ Panic (Marostica, Vicenza)
22: BP Plutino + G. Petrella @ Foligno
23: BP Plutino + G. Petrella @ Porto San Giorgio (Ancona)
24: BP Plutino + G. Petrella @ Pinocchio (Firenze)
25: Neko Tree @ Arezzo
26: Neko – Presentazione “Need Something Strong” @ Torrione Jazz Club (Ferrara)
27: Neko “NSS” @ Circolo del Jazz Thelonious – Knulp (Trieste)
28: Neko “NSS” @ Swing Bar (Conegliano, TV)
29: Neko “NSS” @ Cockney London Pub (Correzzola, PD)
30: Neko “NSS” @ Barga Jazz Club (Barga, Lucca)

Dicembre

1: Neko “NSS” @ Teatro Arancio (Grottammare)
3: Neko “NSS” @ Samsara/La Volta Rossa (Brugherio, Monza)
4: Neko “NSS” @ Fermento (Milano)
5: Neko “NSS” @ Bellavista (Spoltore, PE)
6: Neko “NSS” @ Love, Music and Food (Pesaro)
7: Neko “NSS” @ Ricomincio Da 3 ( Perugia)
8: Neko “NSS” @ Casa Del Jazz (Roma)
19: Neko “NSS” @ TRS- Jazz a Nota Libera
21: A.Montellanico “Suono Di Donna” feat. G. Falzone @ Casa Del Jazz (Roma)
22: Diodati-Ponticelli @ Young Jazz Winter (Foligno)

Intervista ad Enrico Zanisi

In occasione dell’uscita del nuovo album di Enrico Zanisi “Life Variations” per l’etichetta CamJazz, Impulse ha il piacere di intervistarlo
Clicca qui sotto per ascolatre l’intervista:

Succede ancora, forse solo nel jazz. La storia del giovanissimo Enrico Zanisi appartiene a quella letteratura musicale che racconta in maniera universale il talento, gli incontri e le occasioni non perse dell’artista che non rinuncia ai suoi sogni. Dopo una serie innumerevole di concerti e gigs nei piccoli locali della capitale, Enrico viene inizialmente notato da un giornalista che, forte del talento provato, decide di presentarlo a un discografico. Nel giro di un anno, Enrico Zanisi, classe 1990, da alla luce Life Variations, progetto in trio edito per la Cam Jazz. Il titolo fa riferimento proprio ai cambiamenti vitali, a quelle inaspettate quanto sorprendenti variazioni di vita.

Tutto funziona, nella musica che Enrico ha pensato per questo suo nuovo album nel quale si fa accompagnare da Joe Rehmer al contrabbasso e Alessandro Paternesi alla batteria. Uno strano florilegio di idee, tante, copiose, con una varietà anch’essa insolita: la riproposizione di In the wee small hours of the morning e dieci composizioni originali, scritte con quella gioiosa, irrefrenabile leggerezza che appartiene a quei rari, fortunati artisti per cui creare è un fatto naturale, come bere, mangiare: uno stato di grazia, per l’appunto. Una musica che dà un ritmo diverso al nostro cuore.

Enrico Zanisi ha una scrittura che sa farsi riconoscere senza gli ornamenti di chi cerca visibilità ora e una collocazione indiscussa per sempre. Scrive di quello che conosce in prima persona. Certe asperità iniziali cedono il passo a una calligrafia decisa, essenziale, che sta pian piano scivolando verso un modo di comporre elementare, al modo dei grandi e non degli ignari.

Presto si capisce che il personaggio non è convenzionale: di questi tempi titolare un disco a una vocazione di romanticismo risulta strano, a dir poco controcorrente. Enrico Zanisi, a cui piace nuotare in direzione opposta, si spinge nel panorama segreto della sua interiorità attraverso esplorazioni dai contorni ora ascetici ora persino spirituali: gioca in un ambito in cui il romanticismo regna sovrano. In realtà tutto è lo specchio del suo modo di suonare il pianoforte e di concepire la musica. ll pianista da bambino suonava classico, si è laureato con lode al conservatorio de L’Aquila, una specie a rischio di estinzione. A quindici ha incrociato il jazz e, poco dopo, si è mostrato in pubblico, lasciando subito presagire un gran futuro. Un futuro fatto di sublimi istanti di poesia, momenti licenziosi e ironici.Che lui non si vergogna a far emergere sotto il pentagramma allestito per riempire questo Life Variations.